“Con Gesù anch’io sono re”…
Anche io sono re! Sono le parole di Papa Francesco ai giovani in occasione delle GMG diocesana nel 2021.
(“Cari giovani, vi auguro che ciascuno di voi possa sentire la gioia di dire: “Con Gesù anch’io sono re”. Sono re: sono un segno vivente dell’amore di Dio, della sua compassione e della sua tenerezza” Papa Francesco, 21 novembre 2021, messaggio ai giovani).
Tutti noi siamo abituati a pensare alla figura di un re come di uno che comanda, un vincente che sa impartire ordini… Eppure il vangelo di questa domenica (Lc23,35-43) inverte totalmente questa logica: Cristo è Re perché dona la vita, non prende niente dagli altri, ma dona la cosa più importante che ha. Il contesto in cui questo avviene è molto chiaro, si tratta del momento di massima sofferenza e solitudine di Gesù, quando è deriso e provocato, ma non ha paura di donare la propria vita per noi.
Un Re senza la sua corona
Mi sono chiesta se fossi capace di fare lo stesso, di donare la vita mentre sto vivendo un momento di difficoltà, di farmi prossima quando in me lo scoraggiamento ha la meglio e quando le mie aspettative vengono totalmente disattese. La risposta è “forse no” ma sto imparando a farlo. Delle volte è più naturale chiudermi a riccio ed evitare le relazioni e le amicizie quando qualcosa non va e la rabbia e la delusione hanno il sopravvento. Sì è vero, mi chiudo ma è altrettanto vero che mi vengono donate delle occasioni attraverso le quali posso imparare a dare la vita anche quando nella mia di vita sto in realtà scalando una montagna: una di queste queste occasioni è l’esperienza delle Sentinelle.
Un Re che dona la Vita
È un periodo forte in cui mi sento chiamata a farmi prossima del fratello più piccolo senza rimanere piegata su me stessa, anche se non è affatto facile. Le Sentinelle del Mattino mi aiutano a comprendere che sto concretamente donando la vita quando nel vortice degli impegni e del tempo, che sembra non bastare mai, trovo uno spazio in cui potermi dedicare agli altri secondo una logica che per il mondo di oggi è assurda; quando per donare una parola di luce e di speranza ai miei fratelli più piccoli sono chiamata per prima a sforzarmi di aprire gli occhi e riconoscere la bellezza nella mia vita, dove sto sperimentando il buio e la fatica si fa sentire. Perché è più semplice farlo quando ti senti realizzato e le cose vanno bene, ma quando vivi un combattimento vi assicuro che è necessario prima guardarsi dentro.
Le Sentinelle del Mattino attendono il Re
Stare con questi fratelli significa per me scegliere chi voglio essere perché non sto donando il tempo che ho in più, né quello che mi avanza, ma quello in cui tutto si accavalla e potrei dedicarlo anche alla mia famiglia o a me stessa.
Per me oggi donare la vita è imparare ad alzare lo sguardo quando sono naturalmente portata ad abbassarlo.
Be.L, domenica 20 novembre 2022
“Guardare oltre la notte, alzare lo sguardo …. Significa avere occhi luminosi anche dentro le tenebre, non smettere di cercare la luce in mezzo alle oscurità che tante volte portiamo nel cuore e vediamo attorno a noi. Alzare lo sguardo da terra, verso l’alto, non per fuggire, ma per vincere la tentazione di rimanere stesi sui pavimenti delle nostre paure”.
Papa Francesco, 21 Nov 2021, GMG diocesana