Hai mai ascoltato una Voce dal Cielo?
C’e’ un dettaglio nel vangelo (Mt 3, 13-17) della Domenica del Battesimo di Gesu’ (“da premettere che i dettagli nella Scrittura non sono mai dettagli!”) su cui ci siamo soffermate: la Voce dal Cielo! Hai mai ascoltato una Voce dal Cielo? La Voce di Dio? Non ci sentiamo delle visionarie perche’ parliamo di una Voce che viene dal Cielo! Noi l’abbiamo udita realmente una Voce che veniva da Dio e che ci accompagnava a suo Figlio! Vi descriviamo brevemente la nostra esperienza.
Crediamo che questo Vangelo (Mt 3, 13-17) ci abbia interrogato su come viviamo il nostro rapporto con Dio, ed in particolare quale relazione abbiamo con Lui. Ci siamo fermate ad osservare che tipo di dialogo abbiamo con Dio, come Dio parla, soprattutto a noi giovani. Molti di noi non conoscono Dio, e non hanno mai pensato che si puo’ ascoltare la Voce di Dio! Ma nel Vangelo di domenica, Gesu’ stesso ha iniziato la sua missione nel mondo ascoltando una Voce dal Cielo, la Voce di Dio che gli diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato”! (Mt 3, 13-17)
La confidenza con Dio…
Ci siamo fermate a riflettere su quale e’ stata la nostra esperienza sulla preghiera. Abbiano notato che l’atteggiamento che molti di noi giovani hanno rispetto alla preghiera e’ un atteggiamento scontato, come di chi pensa che la preghiera sia un qualcosa di superfluo o di immaginario, o che sia un’attivita’ esclusiva dei Santi. Molto spesso consideriamo la preghiera uno scambio di favori, come se pregare potesse essere sufficiente per ottenere agevolazioni nella nostra vita. Tempo addietro mi è capitato spesso di chiedere favori che non mi sono stati concessi. Pensavo che Dio si potesse interrogare per ottenere dei favori. Ho pensato che il mio di volere fosse più importante di quello di Dio stesso, ma pregare solo in funzione del mio volere ha reso vana la preghiera stessa.
Spesso a noi giovani capita di essere in un momento di completa confusione, dove pensiamo che le nostre energie siano tutte risucchiate dalle situazioni difficili che stiamo vivendo, e non ci accorgiamo che Dio ci sta ascoltando. E’ proprio in quell’istante che la preghiera funge da “riparo”. Mi sono ritrovata in uno dei momenti più difficili della mia vita, immersa nella completa solitudine e difficoltà di reagire… e proprio in quel momento e’ arrivata una Voce dal Cielo! Ho scoperto che Dio stava ascoltando, ho scoperto che mi ha parlato attraverso il gruppo di giovani con cui condivido l’esperienza delle Sentinelle del mattino. Ho scoperto che il momento di preghiera e’ uno dei momenti più intimi che si possa avere con Dio e con se’ stessi. Nei momenti di preghiera con il proprio gruppo, con la mia famiglia, con i miei amici, ho scoperto che con Dio si puo’ parlare, che Lui ascolta, e che soprattutto, spesso, e’ Lui a parlare per primo, con i fatti, con le persone, con le parole della Scrittura.
Il Dialogo con Dio
E’ proprio di una buona relazione l’uso della parola per dialogare. Per cui nella preghiera, Dio parla e ascolta il proprio interlocutore, ed è proprio Lui a manifestarsi per primo. Noi possiamo liberamente corrispondere, ascoltando Dio e rivolgendoci a Lui. All’inizio facevo difficoltà ad ascoltare, non volevo distruggere quello stereotipo che mi era stato inculcato della preghiera come una serie di “litanie” o di parole da recitare. Spesso ciò che ci frena è la paura di non essere ascoltati, come succede nei nostri rapporti sociali e intimi. Non riusciamo a interagire con Dio, e non perché non siamo in grado di farlo, ma per la paura di essere evitati, abbiamo paura di non essere compresi. Trattiamo Dio e la sua Voce come quella di tanti familiari, compagni di classe, o amici da cui non ci sentiamo ascoltati e voluti bene. Ma in realtà, e più inaspettatamente possibile, Dio è con noi, Dio viene con noi, ci aspetta, ascolta, ci parla, si immerge nella nostra umanita’ come ci suggerisce il Vangelo di questa domenica (Mt 3, 13-17). E’ lui il primo ad inviare “una Voce dal Cielo!”
Una relazione “giusta”.
Nel Vangelo di questa domenica si parla inoltre di “giustizia”, che secondo me e’ un’altra parola importante, visto che che viene citata anche nelle prime due letture. Di solito quando parliamo di giustizia pensiamo a ciò che è giusto per noi, e quindi il pensiero va a qualcosa che “è dovuto” a noi. Noi giovani usiamo spesso questa espressione: “Non e’ giusto!”. Tante volte ci rivolgiamo a Dio chiedendo che cosa sia giusto, o che senso di giustizia abbiano alcuni fatti che accadono. Molti di noi durante la pandemia si sono rivolti al Cielo chiedendo se fosse giusto quello che stava accadendo.
Questa parola mi ha fatto pensare a quante volte mi è capitato di volere qualcosa da Dio, di volere che tutte le mie richieste fossero soddisfatte, che si adempisse quello che io ritenevo giusto. Ho capito che la preghiera non è una richiesta, ma è un momento nel quale puoi parlare con Dio, anche di ciò che ti capita in quella determinata giornata o in generale nella tua vita. Papa Francesco in merito alla preghiera ha detto: “è rivolgerci a Dio con semplicità e familiarità, come si parla a un amico. È saper andare oltre i pensieri, entrare in intimità con il Signore, con una spontaneità affettuosa… Questo è il rapporto che dobbiamo avere nella preghiera: vicinanza, vicinanza affettiva, come fratelli, vicinanza con Gesù. Un sorriso, un semplice gesto e non recitare parole che non arrivano al cuore. Come dicevo, parlare con Gesù come un amico parla all’altro amico” (UDIENZA GENERALE, Piazza San Pietro, Mercoledì, 28 settembre 2022).
Parlare con Gesù come un amico parla all’altro amico…
La preghiera è quindi un dialogo con Dio. E’ un momento in cui si sente pienamente la Sua vicinanza, come quella di un amico che è sempre pronto ad ascoltarci. Così come ci dice la seconda lettura di questa domenica, Dio non fa preferenze di persone ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga (cfr. At 10, 34-38). Nella mia esperienza, ho imparato che nella preghiera bisogna anche ringraziare. C’è stato un momento della mia vita nel quale ho sentito fortemente il bisogno di pregare, e nella preghiera ringraziare Dio. Questa esperienza è poi continuata e si è fortificata con il percorso delle Sentinelle del Mattino, che mi hanno aiutato a capire quanto la preghiera fosse importante per unire le persone, per unire gli amici, per unire il gruppo di giovani. La foto che abbiamo scelto per il nostro dono-blog e’ una foto scattata durante un momento di preghiera di gruppo! Uno dei momenti in cui ci siamo ritrovati a pregare insieme non è stato in un’occasione molto felice, poiché era venuta a mancare una persona importante, ma lì abbiamo sentito quanto potesse essere forte e travolgente quel momento, abbiamo visto quanto la preghiera riesca ad unire le persone, non solo nel chiedere aiuto a Dio, ma anche nel condividere un dolore ed il suo peso. Abbiamo sperimentato come la preghiera non ci lascia sole, e che Dio manda sempre una “Voce dal Cielo” che ci dice “Tu sei mia Figlia, Ti voglio Bene”.
Blue04 e SEB04, domenica 8 gennaio 2023
❗Che cosa è il Dono-blog?
La parola Blog viene da web-log, che si può tradurre come «diario in rete». Abbiamo unito Blog con Dono perché quello che riceviamo ogni settimana da Dio potesse diventare Dono per tutti. Sono le loro esperienze reali dei giovani delle Sentinelle del Mattino, il Dono di un pezzo della loro vita!
Grazie, ascoltare le esperienze sono un aiuto per la vita di chi le ascolta si sente incoraggiato nelle proprie difficoltà, impara ad essere custode della vita altrui, ancora GRAZIE